STORIA DELLA RIFLESSOLOGIA PLANTARE

Esistono prove che la riflessologia plantare è stata praticata fin dai tempi antichi da molte culture in tutto il mondo. In Cina si praticava una forma di digitopressione che seguiva principi simili a quelli dell'agopuntura; nel 2700 a.C., nel Nei Jing, il più antico trattato di medicina cinese, si parla del massaggio riflesso del piede. La riflessologia si diffuse in India circa mille anni prima di Cristo. In Kerala molte infermità anticamente venivani curate con una pressione delle mani, ancora oggi utilizzata da esperti di quest'arte tradizionale. In Egitto nella tomba di Ankhm'abor, nota come "la tomba del medico", è stato rinvenuto un dipinto murale che illustra un trattamento di riflessologia delle dita dei piedi e delle mani, e che è stato fatto risalire al 2330 a.C (v. foto sopra).
Nel corso dei secoli si hanno saltuariamente notizie su questo tipo di massaggio: nelle cronache medievali si parla di due medici dell'Europa centrale, Adamus a A'tatls, che praticavano questo metodo intorno alla fine del 1500 con successo; la riflessologia tedesca Hanna Marquardt ricorda nei suoi scritti che anche lo scultore fiorentino Benvenuto Cellini usava praticare compressioni su mani e piedi per curarsi dai suoi mali.

Nella cultura orientale il piede veniva associato alle radici e al radicamento e, secondo Lon Zhon Su, il massaggio di mani e piedi è legato alla spiritualità. Nei sacri veda si legge: "NON SARA' COLTO DA NESSUNA MALATTIA CHIUNQUE MASSAGGERA' I SUOI PIEDI PRIMA DI ANDARE A DORMIRE".

La riflessologia plantare, per come la conosciamo oggi, è di origini americane ed è stata elaborata in ambito medico dall'otorinolaringoiatra americano Dott. William H. Fitzgerald tra la fine dell'800 e i primi del 900.

L'inizio delle sue ricerche in questo campo fu quasi casuale; egli rimase infatti sorpreso dal fatto di poter talvolta eseguire un'operazione al naso o alla gola senza far provare dolore al paziente, mentre altre volte la stessa operazione provocava dolori insopportabili. Egli scoprì che nel primo caso il paziente praticava delle pressioni su alcune parti della mano.
Osservando gli sciamani pellerossa che tramite la stimolazione di punti riflessi di mani e piedi ottenevano effetti analgesici, e ripensando agli antichi metodi di digito-pressione cinese che aveva potuto studiare durante i suoi soggiorni in Europa, ebbe le prime intuizioni del suo metodo.

Dagli studi approfonditi del dottor Fitzgerald nacquero le prime mappature di mani e piedi. In particolare, individuò la possibilità di dividere il corpo umano in dieci zone verticali che lo percorrevano, dalla cima della testa alla punta dei piedi (teoria delle fasce). Queste zone sono di eguale lunghezza e si estendono all'interno del corpo.  Nei suoi studi stabilì una corrispondenza fra una determinata zona del piede e un organo, nella sua esatta collocazione anatomica. 

La scoperta è stata fatta facendo delle pressioni con diversi strumenti nelle dita di mani e piedi: queste pressioni producevano un effetto analgesico che influenzava a cascata tutto il resto della fascia corrispondente.

Oltre a queste sezioni verticali, nel piede sono state evidenziate tre linee orizzontali per rendere più facile la ricerca di tali zone.

Il Dott. Fitzgerald comunicò le sue scoperte ai colleghi dentisti, che cominciarono ad usare la tecnica di pressione al posto degli anestetici.

Il massaggio zonale, anche per merito del Dott. Joe Riley, che raffinò la tecnica e fece disegni e diagrammi minuziosi, si diffuse rapidamente negli Stati Uniti.
L'americana Eunice D. Ingham, inizialmente incoraggiata da Riley, di cui era allieva, intuì che i piedi erano notevolmente più sensibili alla pressione che le mani.

Eunice D. Ingham è stata la vera e propria autrice delle mappe attuali ed è stata anche la promotrice delle mani per fare pressione nelle diverse zone del piede al posto di pinze, mollette, ecc.

In Italia, la riflessologia arriva attraverso il massaggiatore Zamboni.